Descrizione: La tradizione Haenyeo risale al 434 D.C., ma è intorno al XVII secolo che le immersioni cominciano gradualmente ad essere effettuate dalle donne, introducendo nell’isola una cultura semi-matriarcale. Molte famiglie si sostengono grazie ai proventi derivanti da questa attività intrapresa dalle donne, mentre gli uomini accudiscono la famiglia.

L’occupazione viene trasmessa di generazione in generazione e le donne cominciano ad immergersi sin dalla giovane età. Secoli di esperienza e di estrema conoscenza della vita marina sono tramandati in questo mestiere che recentemente è diventato patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. In tempi come i nostri, ecologicamente molto delicati, le Haenyeo (ovvero donne del mare) costituiscono una fonte di ispirazione. La pratica di pesca sostenibile si fonda sul rispetto dell’oceano e sul desiderio di condividere armoniosamente con la ricca fauna e l’intensa attività marina. Immersioni senza bombole di ossigeno e attrezzature tecnologicamente avanzate, hanno permesso alle Haenyeo di sviluppare dei propri metodi per “navigare” nelle profonde acque del mare, con una tecnica di respirazione che permette loro di trattenere il respiro sott’acqua fino a due minuti.

Fisicamente impegnative e pericolose, le immersioni in apnea non sono per i deboli di cuore. I pericoli comprendono anche le avversità delle estreme condizioni meteorologiche in cui possono imbattesti quando si immergono per raccogliere alghe, frutti di mare, crostacei e molto altro ancora.

Celebrando la prodezza di queste “donne del mare” dai capelli argentati, l’autore le ha volute fotografare con le loro tute di gomma sottile e con i loro vecchi occhiali, con la consapevolezza che le Haenyeo rischiano di diventare una professione del passato.

“La tradizione sta lentamente svanendo, dato che sempre meno donne scelgono una professione così pericolosa”, dice Schroeder. “In una società ossessionata dall’istruzione, il futuro di questa attività così fisicamente dura, potrebbe sembrare triste”.

Invece, gli sforzi compiuti dal governo e dalle comunità locali per preservare e promuovere questo particolare stile di vita, così ecologico e sostenibile, hanno prodotto un rinnovato interesse nei giovani, delusi dalla vita urbana e desiderosi di ritornare alle loro radici.

È forse un Rinascimento?

INFORMAZIONI

Sede: Area Verde Camollia 85
Via del Romitorio, 4

Periodo: 2019

Biografia fotografo:  

Alain Schroeder è un fotogiornalista belga nato nel 1955. Nel 1989 ha fondato Reporters, una nota agenzia fotografica belga.

Ha pubblicato oltre trenta libri dedicati alla Cina, Iran, Rinascimento, Roma antica, giardini d’Europa, Thailandia, Toscana, Creta, Vietnam, Budapest, Venezia, abbazie d’Europa, siti naturali d’Europa, etc…

In Belgio ha pubblicato due libri intitolati “Le Carnaval de Binche vu par 30 photographes” e “Processions de foi, Les Marches de l’Entre-Sambre-et-Meuse”.

Tra le riviste su cui sono state pubblicate le sue foto, National Geographic, Geo, Paris Match solo per citarne alcune.

Ha vinto molti premi fotografici internazionali, tra cui il Nikon Japan con il reportage “Chi salverà i Rohingya”, il premio TPOTY (Travel Photographer of the Year) con due serie “Vivere per la morte” e “Kushti”, il 1° premio al World Press Photo nella categoria sport con il reportage “Kid Jockeys”.

Le sue foto sono state esposte in numerose mostre in tutto il mondo. È rappresentato a Parigi dall’agenzia fotografica HEMIS.

Marco Lodovichi