Questa mostra offre un ritratto incisivo e profondamente toccante delle drammatiche condizioni vissute dalle donne afghane sotto il regime repressivo dei talebani. Attraverso l’obiettivo della fotografa canadese-iraniana Kiana Hayeri, questo progetto documentario non solo testimonia le loro difficoltà quotidiane, ma ne esalta anche la resilienza e i silenziosi atti di sfida in un mondo che tenta di cancellarle.

Tra gennaio e giugno 2024, Hayeri ha attraversato sette regioni dell’Afghanistan, incontrando oltre 100 donne e ragazze private dei loro diritti fondamentali. Bandite dall’istruzione, dal lavoro e dalla vita pubblica, vivono in una realtà soffocante, dove anche i più piccoli gesti di indipendenza—frequentare scuole clandestine, creare arte o condividere momenti di gioia rubata—diventano atti di resistenza.

La mostra svela l’impatto devastante di un sistema profondamente patriarcale che ha permesso ai talebani di cancellare le donne dalla società. Secondo Amnesty International, queste restrizioni sistematiche potrebbero costituire un crimine contro l’umanità per persecuzione di genere. No Woman’s Land porta alla luce le loro voci attraverso un potente intreccio di fotografie, video, schizzi e opere d’arte collaborative realizzate con ragazze adolescenti afghane, rivelando una crisi troppo spesso ignorata.

Oltre a documentare l’oppressione, il progetto esplora il peso emotivo di questa realtà, mostrando come molte donne abbiano perso ogni speranza per il futuro. Come ha raccontato un’attivista per i diritti delle donne, oggi in esilio: “Abbiamo dimenticato la gioia. È come se qualcuno mi avesse chiusa in una stanza e non mi lasciasse uscire. Persino il cibo non ha più sapore.”

Più che una semplice mostra, No Woman’s Land è una testimonianza dello spirito indomabile delle donne afghane e un potente invito a dar voce alle loro storie troppo spesso taciute.

Sede:

Informazioni

Sede: Area Verde Camollia 85 |
Via del Romitorio, 4

Periodo: 27 settembre – 23 novembre

Orario:
Venerdì: 15:00-19:00
Sabato-Domenica: 10:00-19:00
Giorni festivi: 10:00-19:00

INGRESSO VALIDO PER LA VISITA DI TUTTE LE MOSTRE

Biografia fotografo:  

Kiana è cresciuta a Teheran e si è trasferita a Toronto da adolescente. Affrontando le difficoltà dell’adattamento a una nuova cultura, ha trovato nella fotografia un linguaggio universale per colmare il divario linguistico e culturale. Nel 2014, un mese prima del ritiro delle forze NATO, si è trasferita a Kabul, dove ha vissuto per otto anni. Il suo lavoro esplora temi complessi come migrazione, adolescenza, identità e sessualità in società segnate dal conflitto.
Nel 2014 è stata nominata tra i talenti emergenti da PDN 30 Under 30 e nel 2016 ha ricevuto il Chris Hondros Fund Award come fotografa emergente. Nel 2017, una borsa di studio dell’European Journalism Center ha sostenuto il suo lavoro sull’uguaglianza di genere in Afghanistan, seguito dallo Stern Grant nel 2018 per la sua indagine sulla salute mentale tra le donne afghane.
Nel 2020 ha vinto il Tim Hetherington Visionary Award per un progetto che denunciava i rischi del giornalismo “mordi e fuggi” e, nello stesso anno, è diventata la sesta vincitrice del James Foley Award for Conflict Reporting. Nel 2021 ha ricevuto la prestigiosa Robert Capa Gold Medal per la serie Where Prison is Kind of a Freedom, che documenta la vita delle donne nella prigione di Herat.
Nel 2022, come parte del team del New York Times, ha contribuito al reportage vincitore dell’Hal Boyle Award per The Collapse of Afghanistan ed è stata finalista al Premio Pulitzer per il giornalismo internazionale. Lo stesso anno ha vinto il Leica Oskar Barnack Award per il suo portfolio Promises Written On the Ice, Left In the Sun, un ritratto intimo della vita quotidiana degli afghani di ogni estrazione sociale.