Descrizione: Per troppo tempo il concetto di “distanza”, parlando di smaltimento dei rifiuti, è stato sottovalutato e abbiamo ignorato le conseguenze della spedizione dei nostri rifiuti, soprattutto elettronici, all’estero, nascondendoli, seppellendoli o semplicemente accumulandoli in discariche lontane dai nostri occhi, senza mettere in discussione o controllare i sistemi di smaltimento in uso.

Nonostante la Convenzione di Basilea, stipulata nel 1992 per ridurre e prevenire il commercio di rifiuti pericolosi dai paesi sviluppati a quelli meno sviluppati, il deposito rottami di Agbogbloshie ad Accra è diventato una delle discariche di rifiuti elettronici a cielo aperto più grandi del mondo.

Dispositivi, telefoni e computer vengono importati, principalmente dai paesi europei, come beni di seconda mano anche se la gran parte ha una durata di vita molto breve.

Gli apparati elettronici finiscono così per essere subito smantellati e bruciati a Agbogbloshie, dopo averne estratto materie prime come rame e alluminio. I lavoratori trattano i rifiuti elettronici giorno dopo giorno senza alcuna protezione o regolamentazione. La tossicità dei rifiuti colpisce fortemente le comunità locali, causando problemi respiratori, mal di testa, malattie polmonari e, a lungo termine, anche tumori e danni al sistema nervoso e riproduttivo.

I livelli di piombo nel sangue dei lavoratori sono molto al di sopra del valore limite di soglia e queste attività di combustione contribuiscono ampiamente alle emissioni tossiche rilasciate dai rifiuti elettronici. Purtroppo, la contaminazione non riguarda solo l’aria, ma anche il terreno vicino e le acque del fiume Odaw con conseguente impatto anche sulla catena alimentare. Il bestiame infatti, libero di pascolare in tutta l’area, assorbe diossina e metalli pesanti. Di conseguenza l’intero ecosistema, la salute, la sicurezza, l’alimentazione e l’industria della pesca sono drammaticamente interessati dal problema dal momento che i prodotti alimentari raggiungono mercati nazionali ed internazionali.

Sede:

Informazioni

Sede: Ex Distilleria “Lo Stellino” | Padiglione esterno
Via Fiorentina, 95 – Siena

Periodo: 2020

Biografia fotografo: Fotografa italiana freelance con base a Londra, Carolina Rapezzi si occupa di questioni sociali, umanitarie ed ambientali tra l’Europa e l’Africa occidentale.

Ha documentato la crisi dei rifugiati e il sistema di collocamento dei minori in Sicilia nel 2015; il processo di espulsione del campo profughi Giungla di Calais in Francia nel 2016; le proteste per il referendum sulla Brexit a Londra; il 100° anniversario della Rivoluzione russa a Mosca e San Pietroburgo nel 2017. Sempre nello stesso anno ha iniziato un progetto a lungo termine, ancora in corso, su genere e identità a Londra e, dal 2018, si è concentrata su questioni ambientali legate all’inquinamento da rifiuti elettronici e alle sue conseguenze. Attualmente lavora su un progetto, avviato nel 2019, sulla violenza con armi da taglio e sulla nuova povertà a Londra, con particolare attenzione alle conseguenze sociali post-Covid.

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