
Vanishing Caribou è un progetto fotografico potente e intimo che racconta la drammatica scomparsa di una specie chiave dell’Artico e la resilienza delle comunità indigene che da millenni vivono in simbiosi con essa. Attratta da ciò che è assente, Katie esplora come il cambiamento climatico si manifesti spesso attraverso ciò che non c’è più: ghiacciai che si sciolgono, terre che si trasformano, animali che scompaiono. È nel vuoto lasciato da ciò che è stato che si disegna il futuro di nuove generazioni, un futuro incerto e fragile.
Per più di dieci anni, Katie ha documentato le comunità Inupiat, Gwich’in e Inuvialuit tra Alaska e Canada, testimoniando come la crisi climatica stia rivoluzionando il rapporto tra persone, animali e territorio. Dal 2020, l’attenzione si è concentrata sul declino allarmante delle popolazioni di caribù artici, passate da circa 5 milioni a meno di 2 milioni in pochi anni — un crollo senza precedenti per grandi mammiferi terrestri, paragonabile solo alla scomparsa del bisonte americano.

Il caribù è il cuore pulsante dell’ecosistema artico: ogni anno compie la migrazione terrestre più lunga del pianeta, nutrendo una rete complessa di predatori e contribuendo alla salute del suolo e della vegetazione. Per le comunità indigene, il caribù è molto più di una risorsa: è parte integrante della loro cultura, spiritualità e sopravvivenza. La caccia di sussistenza non è solo un’attività economica, ma un legame sacro che intreccia vita, morte e rispetto profondo per la natura.
Seguendo il cammino dei caribù attraverso paesaggi selvaggi e mozzafiato, Katie ha affrontato sfide estreme e ha trascorso tempo prezioso nelle comunità artiche, ascoltando anziani e cacciatori, imparando la loro conoscenza e testimoniando la loro resistenza. Le sue immagini sono un invito a riflettere sulla complessità dell’ecosistema terrestre e sull’importanza di tutelare la biodiversità e le culture indigene, custodi di un sapere antico e prezioso.

Vanishing Caribou è una storia di perdita ma anche di speranza: molte comunità stanno infatti guidando progetti di conservazione e recupero della sovranità alimentare, rappresentando un modello di sostenibilità e resilienza. Attraverso questo lavoro, Katie Orlinsky ci invita a un impegno collettivo per proteggere il pianeta, valorizzando le voci e le tradizioni di chi da sempre ne è parte viva.
Sede:
Informazioni
Sede: Museo di Storia Naturale |
Piazzetta Silvio Gigli, 2 – Siena
Periodo: 27 settembre – 23 novembre
Orario:
Venerdì: 15:00-19:00
Sabato-Domenica: 10:00-19:00
Giorni festivi: 10:00-19:00
INGRESSO VALIDO PER LA VISITA DI TUTTE LE MOSTRE

Biografia fotografo: Katie Orlinsky si concentra sulle storie umane del nostro pianeta in cambiamento, esplorando come la crisi climatica stia sfidando le comunità in tutto l’Artico e trasformando il rapporto tra persone, animali e terra. Katie è una collaboratrice abituale di National Geographic. Il suo lavoro è anche frequentemente pubblicato su The New York Times, The New Yorker, The Wall Street Journal e Smithsonian Magazine, tra gli altri. È stata premiata da World Press Photo, Pictures of the Year International, The Alexia Foundation, Visa Pour L’image, PDN e l’Art Director’s Club. Katie ha conseguito una laurea in Scienze Politiche al Colorado College e un master in Giornalismo alla Columbia University. Ha insegnato fotogiornalismo come professore ospite alla NYU e all’Università dell’Alaska Fairbanks.